Madre Terra nei disegni dei bambini
Com’è la Terra? Come te la immagini?
I bambini delle classi IV della scuola primaria Nicolò Tommaseo di Padova mi hanno mandato i loro disegni, colorati, fantasiosi, bellissimi.
L’attività a scuola ha avuto origine dalla lettura del mio libro “Dialoghi con l’albero, La storia del bambino che voleva incontrare la Terra”.
Andrea ama profondamente in nostro Pianeta e intende salvarlo, allo stesso tempo, desidera parlare con la Terra, incontrarla. Ci riuscirà alla fine del libro, sarà la conclusione di un percorso nella natura e dentro di sé.
Andrea, il protagonista, è un bambino curioso, si fa tante domande, le rivolge a Giò, un vecchio tiglio, amorevole e saggio, che lo accompagna in un processo di crescita.
Ti lascio alla lettura di un brano del libro: Dialoghi con l’albero
Quanti nomi ha la Terra?
«Senti, Giò, ma qual è il nome della Terra?» prosegue Andrea, «se lo uso per chiamarla, forse mi risponde».
«Le sono stati dati tanti nomi dagli uomini» risponde il vecchio tiglio.
«Ah, già perché il nome te lo danno… le è capitato come per i gatti che cambiano padrone».
«In che senso? Spiegati meglio».
«Certo. Sai, la mia gatta è arrivata da noi un giorno e l’abbiamo chiamata Kira, poi abbiamo scoperto che aveva un padrone e il suo nome era Nuvola. Non è più tornata da lui, forse non le piaceva essere chiamata così. Mi dici i nomi della Terra, per piacere?»
«Gaia».
«Sì, l’ho sentito alla tv».
«Gaia deriva dal greco Gea, Gea era la madre di tutti gli dei dell’Olimpo».
«Gaia è un bel nome, allegro».
«Sì, questo è l’altro suo significato, dal latino gaius, allegro».
«E se la Terra non fosse greca? I greci antichi sono morti da un sacco di anni…»
«Pachamama significa Madre Terra per i nativi americani, ma la Terra è madre per tutti i popoli, la dea Madre Terra ha avuto davvero tanti nomi: Demetra per gli antichi Greci, Cerere per i Romani, Guanyin per gli Orientali, Durga per gli Indiani, Brigid per i Celti, Lada per i popoli slavi».
«Basta basta… mi stai facendo confusione. E poi io voglio sapere come si chiama oggi… Meglio che cambiamo discorso».
«Va bene, di cosa vuoi parlare?»
Andrea ci pensa un po’, e l’albero, tranquillamente, attende. Alla fine il bambino chiede:
«Com’è lei? Che aspetto ha?» e lo dice spalancando gli occhi per la curiosità.
«Lei chi?» ripete Giò.
«La Terra!»
«Allora parliamo ancora di lei…»
«Sì, mi interessa».
«L’avevo capito…»
«Se si vuole salvare qualcuno, bisogna conoscerlo…»
«E tu vuoi salvare la Terra».
«Sì, te l’ho detto ieri e l’ho ripetuto oggi: voglio aiutare la Terra a guarire, ma non so come fare…»
«Il tuo pensiero la sta già aiutando».
«Non ci credo, è troppo poco».
«Sento quando un pensiero è potente».
«Come un fulmine, come un tuono, dici?»
«Sì, il tuo è un pensiero grande, sicuramente si trasformerà in azione».
«Certo! Voglio cominciare subito».
«In realtà hai già iniziato. Il pensiero mette le fondamenta, è come quando si costruisce una casa. Prima bisogna fare le fondamenta, poi si può salire con le pareti e allora la casa sarà solida».
Un grazie di cuore ai bambini della scuola primaria Nicolò Tommaseo di Padova e alle loro insegnanti.